Sentiero n .  11    Della Sardella

Difficolta'

difficile

Dislivello

125 m

Tempo di percorrenza  0,30 h piedi (andata)
Percorribilita'

piedi

Legenda

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Sentiero n.11 Della sardella

 

Ambiente Fauna e Geologia

Panoramiche sui terreni mio-pliocenici, sullo Scoglio del Trave e sul Monte Co­nero. Spiaggia ghiaiosa e piattaforma d'abrasione.      Eccezionale presenza avifaunistica con passeriformi di bosco (cincia mora, rampichino, crociere) e di macchia , picchio rosso maggiore.

Itinerario

AI km 3,400 della strada provinciale del Conero, in località Sardella, sul lato a mare, si im­bocca una stretta strada asfaltata e si prosegue fino a giungere ad una casa rurale. Si prende il sen­tiero che va verso il mare e si arriva al bordo della falesia. Si scende ripidamente tra canneti e una fitta vegetazione fino a giungere ad uno sperone roccioso costituito da marne e marne calcaree tor­toniano-messiniane dello Schlier. Da qui si apre una splendida panoramica sulla spiaggia ghiaiosa sottostante, sull'orizzonte del Trave e sul promontorio del Monte Conero. Guardando verso SE. ri­saltano gli splendidi affioramenti dei terreni messiniani messi a nudo dall'attiva erosione marina. E possibile riconoscere diversi termini della locale successione del Messiniano medio-superiore. In prossimità del sentiero, la vegetazione copre, a tratti, le peliti euxiniche ittiolìtiche. Esse affiorano lun­go la falesia di Monte dei Corvi dove è ben esposta anche la parte superiore, serravalliana-tortonia­na, dello Schlier. Nel primo canalone calanchiforme sono già esposte le peliti grigio-plumbee con in­tercalazioni arenacee che costituiscono la "Formazione di Tetto" del Messiniano medio. Tra la "For­mazione di Tetto" e l'orizzonte del Trave affiora la "Formazione a Colombacci" del Messiniano supe­riore, costituita da sedimenti pelitici straterellati, grigiastri, con intercalazioni arenacee ocraceo-bru­nastre. Il nome di questa unità stratigrafica deriva dai caratteristici livelli calcarei biancastri, detti ap­punto "colombacci", che si intercalano ritmicamente alle rocce dominanti. Osservando l'esposizio­ne, preferibilmente con l'uso di un binocolo, è possibile distinguere almeno due di questi "colom­bacci"; quello più evidente in termini di spessore si trova poco al di sotto dell'orizzonte del Trave. Il sentiero continua a scendere fino alla spiaggia lungo la quale, a tratti, si incontrano ottime esposizioni dei sedimenti.

 

Legenda

4 GIACIMENTO PREISTORICO DEL PANTANO. A quota 550-525 m. s.l.m. a SW rispetto alla sommità del M.Conero(m 572), nella zona centrale di un pianoro denominato il "Pantano", è stato individuato un giacimento preistorico caratterizzato dal reperimento in situ di industria litica riferibile al Paleolitico interiore, all’età del bronzo, del ferro ed all’epoca romana (III-II a.C.)

5 S.PIETRO AL CONERO. Unica rimasta di 2 chiese (dedicata quella più a sud a S.Benedetto, l'altra a S.Pietro) donate nel 1038 dai conti Cortesi fondatori di Sirolo, Varano e Falconara all’abate Guimezzone per l'istituzione di una comunità religiosa. Nel XVI sec. i Benedettini lasciarono la casa di cui presero possesso i monaci camaldolesi nel 1510. NeI 1558 la chiesa di S.Pietro devastata da un incendio fu restaurata dai Camaldolesi, mentre la chiesa di S.Benedetto fu abbandonata. L’edificio romanico formato da un’aula rettangolare, a 3 navate ha mantenuto gli elementi stilistici essenziali, pur essendo stata rimaneggiata nei secoli;la facciata risale infatti a restauri sette-ottocenteschi. All’interno l’elemento più caratteristico è rappresentato dagli originali capitelli, tutti diversi, che ornano colonne e piloni.

6 EX CONVENTO. Sul retro della chiesa si possono vedere le celle dell’annesso convento affidato ai Camaldolesi dal Vescovo di Ancona Vincenzo De Lucchis nel XVI secolo. Con l’unità d’Italia (1860) i Camaldolesi furono allontanati in applicazione delle leggi relative alla requisizione di edifici religiosi, l’edificio ando' in rovina.

C Cava * Antica fornace

G6 Le due sorelle. Bellissimo monumento naturale originatosi in seguito alla erosione selettiva del mare su strati rocciosi a differente composizione e con particolare assetto giaciurale  all'interno della formazione dello Schlier ( Miocene inferiore-medio). Gli scogli sono costituiti dagli strati rocciosi più duri che offrono maggiore resistenza  all' erosione marina.

G7 GROTTA DEGLI SCHIAVI. Grotta dovuta all’erosione marina all’interno della formazione calcarea della Maiolica (Cretaceo inferiore). Originariamente essa presentava due aperture verso il mare che sono state ostruite da una frana. Ora è accessibile in barca solo l’ingresso settentrionale per una ventina di metri.

G9 CAVA Dl MASSIGNANQ. Importante affioramemto di Scaglia cinerea in cui i foraminiferi bentonici e planctonici sono abbondanti ed in ottimo stato di conservazione. Ciò ha permesso di individuare una sezione stratigrafica in cui risulta molto evidente il limite Eocene-Oligocene; difatti tale sezione, durante un convegno internazionale, è stata proposta come sezione "tipo" per il suddetto limite.