Sentiero n .  2 delle due sorelle Seconda parte

Difficolta'

Difficile

Dislivello

300  m

Tempo di percorrenza  1 h piedi (andata)
Percorribilita'

piedi

Legenda

(vedi oltre ) a piè pagina

Sentiero n.2    Parte difficile     Discesa alle "due sorelle"

 Ambiente Fauna e Geologia

Ambiente e geologia: versante meridionale del Monte Conero parzialmente compreso nella riserva naturale integrale. Di eccezionale interesse geologico per l'affioramento della maiolica, la più antica formazione litologica presente nell'area del Parco. La maiolica risulta molto evidente nelle cosiddette placche, enormi e lisci lastroni rocciosi di colore grigio chiaro a strapiombo sul mare. Lungo questo caratteristico tratto di costa alta si osservano piccole spiagge, grotte erose dal mare e candidi scogli di incomparabile bellezza.

Osservazioni faunistiche: cincia mora, rampichino, crociere , picchio rosso maggiore. Durante il passo migratorio primaverile è possibile vedere uccelli rapaci (falco pecchaiolo, falco cuculo, falco pescatore e biancone).

 Vegetazione: zone coltivate, macchia mediterranea termofila (leccio. corbezzolo, laurotino, lentisco) pineta di rimboschimento, vegetazione rupicola (violaciocca, valeriana rossa), vegetazione alofila (finocchio di mare), ghiaioni parzialmente consolidati da ginestra ed Ampelodesmos mauritanicos. Abbarbicata sui costoni rocciosi sovrastanti la spiaggia delle Due Sorelle vive l'euforbia arborescente, vero gioiello botanico del Parco in quanto non presente altrove nelle Marche, né lungo la costa adriatica a nord del Gargano.
 

 Itinerario

 

Arrivati al passo del lupo,il sentiero inizia a scendere; il primo tratto armato di cavo ferrato, attraversa calcareniti e calcari biancastri appartenenli alla  porzione cretacica  della Scaglia Rossa. La dlscesa prosegue  con ripidi e stretti tornanti che attraversano una coltre detritica eterogenea costituita da ghiaioni inattivi associati a corpi detritici prodotti da scivolamento “strato su strato” e conseguente sbriciolamento delle litologie calcaree; il fenomeno è  qui favorito sia dalla forte  pendenza a franapoggio che dalla presenza, tra un calcare e l'altro. di interstizi marnosi, relativamente teneri e poco resistenti al taglio. Dopo aver attraversato un ghiaione attivo,si prosegue sulla sinistra giungendo a un ultimo tratto ferrato che conduce all’incantevole  spiaggia “le due sorelle”. Dall’ultimi tratto del sentiero,seppure con una certa  difficoltà, si può raggiungere la base del promontorio "Il  Plrolo".

Qui è possibile trovare gli strati radiololaritico-bituminoso-ittiolico che compongono il Livello Selli, un orizzonte guida a scala globale. Proseguendo lungo la spiaggia in direzione Ancona  si giunge a un affioramento della sommita’ della  Maiolica, che presenta la tipica alternanza di calcari grigi con liste e noduli di selce di colore grigio scuro. Si rconoscono livelli calcarenitici e pebbly_mudstones indicativi di un ambiente dl sedimentazione di scarpata interessato da flussi gravitativi e frane sottomarine. In lontananza si  osservano gli scogli “le Due Sorelle”. Procedendo verso Ancona e superato lo sperone si giunge ad una zona di faglia dove la base della Scaglia Rossa è ribassata a pochi metri al di sopra della riva. Qui sono presenti blocchi franati, di colore rossastro. Proseguendo,si giunge di fronte al tratto di costa strapiombante nel quale si apre la Grotta degli Schiavi,prodotta dall’erosiome marina differenziata su una zona di faglia che interessa i calcari della Maiolica. L'apertura meridionale  della grotta è ostruita da una frana ;rimane accessibile. solo in barca per circa 20 m, l’ingresso settentrionale Sì torna indietro sullo stesso sentiero oppure in barca.

Legenda

4 GIACIMENTO PREISTORICO DEL PANTANO. A quota 550-525 m. s.l.m. a SW rispetto alla sommità del M.Conero(m 572), nella zona centrale di un pianoro denominato il "Pantano", è stato individuato un giacimento preistorico caratterizzato dal reperimento in situ di industria litica riferibile al Paleolitico interiore, all’età del bronzo, del ferro ed all’epoca romana (III-II a.C.)

5 S.PIETRO AL CONERO. Unica rimasta di 2 chiese (dedicata quella più a sud a S.Benedetto, l'altra a S.Pietro) donate nel 1038 dai conti Cortesi fondatori di Sirolo, Varano e Falconara all’abate Guimezzone per l'istituzione di una comunità religiosa. Nel XVI sec. i Benedettini lasciarono la casa di cui presero possesso i monaci camaldolesi nel 1510. NeI 1558 la chiesa di S.Pietro devastata da un incendio fu restaurata dai Camaldolesi, mentre la chiesa di S.Benedetto fu abbandonata. L’edificio romanico formato da un’aula rettangolare, a 3 navate ha mantenuto gli elementi stilistici essenziali, pur essendo stata rimaneggiata nei secoli;la facciata risale infatti a restauri sette-ottocenteschi. All’interno l’elemento più caratteristico è rappresentato dagli originali capitelli, tutti diversi, che ornano colonne e piloni.

6 EX CONVENTO. Sul retro della chiesa si possono vedere le celle dell’annesso convento affidato ai Camaldolesi dal Vescovo di Ancona Vincenzo De Lucchis nel XVI secolo. Con l’unità d’Italia (1860) i Camaldolesi furono allontanati in applicazione delle leggi relative alla requisizione di edifici religiosi, l’edificio ando' in rovina.

C Cava * Antica fornace

G6 Le due sorelle. Bellissimo monumento naturale originatosi in seguito alla erosione selettiva del mare su strati rocciosi a differente composizione e con particolare assetto giaciurale  all'interno della formazione dello Schlier ( Miocene inferiore-medio). Gli scogli sono costituiti dagli strati rocciosi più duri che offrono maggiore resistenza  all' erosione marina.

G7 GROTTA DEGLI SCHIAVI. Grotta dovuta all’erosione marina all’interno della formazione calcarea della Maiolica (Cretaceo inferiore). Originariamente essa presentava due aperture verso il mare che sono state ostruite da una frana. Ora è accessibile in barca solo l’ingresso settentrionale per una ventina di metri.

G9 CAVA Dl MASSIGNANQ. Importante affioramemto di Scaglia cinerea in cui i foraminiferi bentonici e planctonici sono abbondanti ed in ottimo stato di conservazione. Ciò ha permesso di individuare una sezione stratigrafica in cui risulta molto evidente il limite Eocene-Oligocene; difatti tale sezione, durante un convegno internazionale, è stata proposta come sezione "tipo" per il suddetto limite.